Quando nasce una nuova corrente artistica, non subito viene dato un nome ad essa. Così, nel Mississippi, gli uomini si dividevano in quelli che cantavano per il Signore,
per lodarlo e pregarlo, e quelli che cantavano di una vita diversa, sfrenata e immorale, un antenato del più moderno "Sex, Drugs and Rock'n'Roll".
I primi sono coloro i quali hanno dato origine al Gospel, i secondi al Blues. Da questa introduzione, appare chiaro come il Blues, e la figura del bluesman fossero legate
all'esoterico, al dannato, e alla disperazione di uomini che non possedevano nient'altro se non la propria musica. A questo proposito si inserisce la figura del bluesman
più importante di tutti: Robert Johnson.
La storia narra che di chitarristi bravi ce ne fossero tanti, ma Robert non era assolutamente contemplato fra questi. Il leggendario Son House, indirizzò il giovane Robert verso
l'armonica a bocca, sostenendo che la chitarra non fosse affar suo. Il Blues con tutto il suo tormento si abbattè sul giovane, quando perse la consorte a causa di un parto, al quale
non sopravvisse nemmeno la progenie: in quel momento tutto cambiò, e Johnson sparì dalla circolazione. Alcuni sostenevano di vederlo a un incrocio, in attesa del diavolo: la credenza
vuole, infatti, che chi abbia intenzione di stringere un patto col diavolo, debba aspettarlo alla mezzanotte a un incrocio, il diavolo si presenterà, e in cambio dell'anima esaudirà
ogni tuo desiderio.
Dopo un anno, Robert Johnson fece il suo gran ritorno, ma nessuno poteva credere alle sue orecchie: era diventato un musicista sopraffino, le sue dita scivolavano con leggerezza
sulla tastiera della chitarra, la sua voce era acuta, straziante, i suoi arrangiamenti inclazanti, il suo orecchio assoluto. Robert Johnson era diventato il Dio (o il diavolo) del
Blues. Di lui ci restano solo due fotografie e 29 tracce, e sono bastate per elevare la sua figura a massima ispiratrice di ogni musicista del genere. Nei suoi testi allude spesso,
quando non ne parla esplicitamente, del suo rapporto con il diavolo, pregando il signore affinchè possa salvarlo.
Durante una sua esibizione accusa improvvisamente dei forti malesseri, fugge a casa dove muore in due giorni, accompagnato da strazianti versi di sofferenza (secondo le testimonianze).
Era il 1938, e Robert Johnson moriva a 27 anni, dando inzio così ad un'altra leggenda del mondo del rock, ovvero quella del Club 27.
Che sia stato il diavolo o meno a portarlo via, con lui il mondo della musica e quello dell'esoterismo si fusero per la prima volta, in un processo (almeno estetico) che è arrivato agli
odierni Ozzy Osbourne e Marilyn Manson.
Oltre il mito, tanti altri hanno fatto la storia di questo genere: fra questi, ricordiamo il già citato Son House, il quale veniva considerato il maestro di musica in quel di Riverton, Mississippi,
a cavallo '20 e '30, Skip James, Leadbelly e la sua chitarra a dodici corde, Mississippi John Hurt (una delle voci più strazianti del blues), Muddy Waters e Blind Willie Johnson, il cui
brano "Dark was the night, Cold was the ground" è stato inciso sul disco "Voyager Golden Record", lanciato nel 1977 con due sonde nello spazio.